La storia della Maison Raday ha inizio nel 2018 quando Valentin Tribaut, lascia il Domaine di famiglia (Champagne Tribaut Schloesser) per dedicarsi al suo progetto di produzione di vino. Siamo a Romery, nella Vallée de la Marne e il nome Raday è un omaggio al fiume che attraversa i paesi di Romery, Cormoyeux e Fleury la Rivière dove ha origine il Domaine di famiglia. Valentin è un giovane Vigneron “fuori dalla rete”: niente sito internet, niente Instagram o altri canali social, e la sua azienda è difficile da individuare in quanto non compare in nessuna mappa. Disciplina, impegno, focus, il suo fine è quello di dedicarsi completamente ai suoi vigneti e ai suoi vini. La “challenging” è quella di cooperare ogni anno con Vigneron talentuosi e virtuosi allineati alla sua filosofia acquistando da loro piccole quantità delle loro uve che elabora secondo la sua visione personale del terroir, forte di una lunga tradizione familiare. Seppur ambizioso, il suo progetto è stato accolto con positività dai nuovi partner grazie al suo approccio rispettoso e consapevole che si affida ai principi cardine della viticoltura biodinamica e naturale: lieviti indigeni, minimi dosaggi di solforosa, vinificazione totale in barrique di borgogna, lunghi affinamenti e disciplina assoluta in tutte le fasi di elaborazione con il minor intervento possibile con aggiunta di dosaggi minimi. La sua prima collaborazione è avvenuta nel 2018 con suo cugino Aurelien Lurquin, nome ben noto nel panorama champenois soprattutto per aver applicato la filosofia biodinamica nella gestione del vigneto fin dal 2012. Nel 2019, Valentin ha poi scelto le uve di Regis Poissinet, viticoltore biodinamico di Cuchery di cui ha grande stima per il suo lavoro in vigna. Con i suoi Champagne Maison Raday Valentin vuole trascrivere la singolarità di ogni terroir ed evidenziare il lavoro prezioso dei viticoltori (infatti su ogni etichetta ne riporta il nome). È sicuramente un Vigneron da seguire, il suo futuro è promettente.