New entry nel panorama della regione Champagne, Bastien Pointillart è un giovane produttore di poco più di 30 anni di Chamery, villaggio Premier Cru della Montagne de Reims. Vignaiolo part-time e controcorrente, Bastien coltiva le sue vigne e sogna di aprire un forno per produrre il proprio pane con cereali locali. Discreto e deciso, appartiene alla nuova generazione di produttori convinti del potenziale dei vini fermi della Regione (ovvero i Côteaux Champenois) non confinandoli a produzioni secondarie ma al contrario elevandoli a loro cavalli di battaglia. Un cambio di paradigma che guida alcuni dei migliori Vigneron di Champagne. È nel 2022 che Bastien Pointillart svela la sua microproduzione di Côteaux, una gamma di vini liberi e originali, senza artifizi; una filosofia che passa attraverso un approccio globale, che implica cambiamenti nelle pratiche vitivinicole come limitazione delle rese, vendemmia tardiva e vinificazioni adeguate. Ci sono voluti alcuni anni prima che Bastien riuscisse a mettere in atto questi cambiamenti, iniziando a lavorare nella vigna di famiglia (1,4 ettari) che assegnava le proprie uve alla cooperativa locale. Dal 2014 al 2017 inizia a dedicarsi alla produzione di piccole quantità di Champagne e Côteaux Champenois, ma non disponendo di macchinari adeguati, vinifica le prime annate presso il Domaine Bertrand-Delespierre. Le bottiglie sono state messe in commercio nel 2022 con il nome del Domaine di famiglia Pointillart-Baillet. Dal 2018, dopo alcuni investimenti, Bastien si concentra sulla produzione di vini fermi disponibili dal 2022 con il nome di Bastien Pointillart. La sua ricerca sui Côteaux Champenois lo ha portato a sperimentare macerazioni, date di raccolta tardive e maturazioni prolungate: il risultato sono vini singolari, dai profili eterei, la cui inebriante profondità farà indubbiamente vacillare i punti di fermi per i Côteaux Champenois rivoluzionandone l'idea. Le sue vigne sono all'ottavo anno di produzione biologica e sono certificate dalla vendemmia 2021. Oggi Bastien vinifica l'equivalente di 20 are e vende la parte restante di uve per finanziare il suo progetto di apertura di un forno tutto suo.