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Mini-guida Modena Champagne Experience 2023: i nostri consigli sui produttori da non mancare

Manca poco più di un mese alla Modena Champagne Experience 2023 (15-16 ottobre), il più grande evento italiano dedicato allo Champagne, con centinaia di etichette da provare e altrettanti produttori tra Maison e Vigneron con la loro storia da raccontare.

Orientarsi tra le numerose proposte può essere un’impresa ardua, soprattutto se non si hanno le idee chiare su cosa soffermarsi per l’assaggio. Per questo motivo, per ogni zona della Champagne (per chi non lo sapesse la fiera è organizzata per area geografica: Montagne de Reims, Vallée de La Marne, Côte des Blancs e Côte des Bar) abbiamo selezionato due produttori che a nostro avviso non potete mancare, tutti da scoprire e degustare. Un viaggio di approfondimento in cui vi daremo qualche informazione in più circa la loro storia e i loro metodi produttivi, in modo che non arriviate impreparati.

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Partiamo dalla Montagne de Reims. A Treslon, nella Vallée de l’Ardre scopriamo il Domaine Lagille, famiglia di viticoltori da molte generazioni e attualmente affidato alla gestione di Vincent e Maud, fratello e sorella dalle idee chiare e dallo sguardo lungimirante che con i loro Champagne raccontano in modo appassionato il legame tra vino, terroir e patrimonio di famiglia. Le pratiche di coltivazione adottate privilegiano un approccio biologico (il Domaine è in conversione bio dal 2019) che gli hanno permesso di ottenere la certificazione HVE - Haute Valeur Environnementale. Il Domaine Lagille conta 7,20 ettari di vigne coltivate a prevalenza Meunier (55%), Chardonnay (30%) e Pinot Noir (15%), con una produzione che si aggira intorno alle 50.000 bottiglie all’anno. Il Meunier è allevato con potatura a “cordon royat” (cordone speronato), sistema riservato solitamente ai vigneti Grand Cru di Pinot Noir e Chardonnay più importanti. Vinificazione parcellare, dosaggi minimi ed utilizzo del legno sono le caratteristiche degli Champagne Lagille che si contraddistinguono per la loro purezza gustativa e che all’assaggio rivelano tutta la ricchezza e complessità del suolo argillo-calcareo della Montagne de Reims. Da non mancare lo Champagne L’Inattendu, 100% Meunier e lo Champagne Grande Réserve, assemblage in parti uguali di Chardonnay, Meunier e Pinot Noir.

Ad Ambonnay è difficile non conoscere gli Champagne Marguet. Il Domaine si estende per 8 ettari ad Ambonnay e Bouzy e dal 2004 è gestito da Benoît Marguet secondo i principi della filosofia biodinamica (il Domaine è certificato Demeter). Un metodo di coltivazione olistico senza interventi invasivi che contribuisce alla resilienza e all’adattamento della vigna migliorando la funzionalità del terroir. Le parcelle sono vinificate separatamente in legno, mentre gli assemblaggi e i dosaggi sono stabiliti da Benoît di anno in anno. Anche in cantina tutte le fasi seguono attenti principi volti al rispetto e alla valorizzazione della materia per ottenere Champagne distintivi, dallo stile preciso ed espressivo. Memorabile lo Champagne Sapience 2013 che nasce dalla collaborazione di Benoît Marguet, Benoît Lahaye, Vincent Laval e David Leclapart; e lo Champagne Shaman 19, assemblaggio a prevalenza Pinot Noir con l’aggiunta del 13% circa di Chardonnay da vigne del Grand Cru di Ambonnay.

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Accanto ai nomi più conosciuti della Vallée De La Marne tra cui Jacquesson, Tarlant e Pouillon gli Champagne Françoise Bedel, si distinguono per il loro carattere opulente, ricco e complesso. 9 ettari vitati di età compresa tra i 20 ed i 60 anni di cui il Meunier ne rappresenta circa l’80%. Françoise Bedel è dichiaratamente un pioniere dell’agricoltura biodinamica applicandone i principi fin dal 1982 e ottenendo la certificazione Demeter nel 2006. Vinificazione prevalente in vasche smaltate e solo una piccola percentuale in botti di rovere con l’obiettivo di conferire una leggera micro-ossidazione controllata. Infine, i lunghi affinamenti permettono al vino di sviluppare al meglio la sua complessità aromatica. L'Âme de la Terre 2010, esprime al meglio tutte le caratteristiche di complessità, potenza e intensità stilistica del Domaine.

Sempre nella zona della Vallée De La Marne, meritano un approfondimento gli Champagne Maurice Choppin. Protagonista di alcune nostre recenti degustazioni, i suoi Champagne vi delizieranno come hanno deliziato noi: potenza, rotondità, equilibrio ed autentica personalità. Il Domaine è oggi gestito da Benjamin Choppin, figlio di Maurice e ultimo di 7 generazioni. Certificazione HVE che garantisce un’agricoltura sostenibile e ragionata, in cantina vengono privilegiate fermentazioni spontanee con lieviti indigeni e limitati interventi esterni e meccanici (nessuna filtrazione e chiarificazione) per preservare la purezza e l'identità dei vini. La vinificazione viene eseguita per singole parcelle, per “millesimé" e non, allo scopo di risaltare le tipicità di ogni terroir e delle singole annate. Da provare lo Champagne Epinette de Champagne, 100% Chardonnay dell’omonimo lieu-dit e lo Champagne Les Terres Des Reguins, 100% Meunier; entrambi vinificati in fût de chêne.

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Proseguendo nella Côte Des Blancs, fermatevi da Pascal Doquet. Siamo a Vertus, sulla punta meridionale della Côte des Blancs, 15 ettari di vigne Premier Cru e Grand Cru. I suoi Champagne eleganti e di carattere sono una produzione limitata e sono concepiti secondo i criteri dell’agricoltura biologica certificata. Lo Champagne Arpège, armonioso, dalle note fruttate e floreali è un 100% Chardonnay da vigneti Premier Cru; lo Champagne Coeur de Terroir Vertus, assemblaggio del 70% Chardonnay e 30% Pinot Noir da vigne di Vertus è ampio, profondo, vinoso, piacevolmente fresco.

Avete provato gli Champagne De Sousa?

Il Domaine si trova ad Avize, nel cuore della prestigiosa Côte des Blancs con vigneti di proprietà anche nei celebri Grands Crus di Cramant e Oger. Erick De Sousa, che guidava il Domaine si è spento a gennaio 2023 e resterà nella storia della Campagne soprattutto per essere stato un autentico pioniere dell'agricoltura biologica nella Regione, sostenendo questa scelta con profondo impegno e convinzione quando ancora non era pratica comune, lontano da strategie di marketing. Infatti, il Domaine ha ottenuto la certificazione di agricoltura biologica nel 2010 e quella Demeter nel 2013. Con costanza e lungimiranza De Sousa ha saputo preservare le sue viti che oggi hanno più di mezzo secolo e continua a creare cuvées uniche, omaggio a questa terra d’eccezione. Per l’assaggio vi consigliamo lo Champagne Cuvée des Caudalies, Blanc de Blancs dai migliori Grands Crus (Avize, Oger, Le Mesnil sur Oger, Cramant) e lo Champagne Umami, una produzione limitata frutto dell’assemblaggio del 70% Chardonnay del Grand Cru di Avize e del 30% Pinot Noir dai Grands Crus di Ay e Ambonnay.pierre_gerbais_alexandre_bonnet_champagne_glugulp.jpg

Passando infine per la zona della Côte des Bar, vi consigliamo di fare una tappa da Pierre Gerbais, realtà che si estende per circa 14 ettari nella Vallée de l'Ource e che sta vivendo un importante sviluppo. Qui Pascal Gerbais che conduce attualmente l’attività insieme al figlio Aurélien, ha il merito di aver recuperato il raro Pinot Blanc della varietà “Vrai”, uno dei Cépages Oubliés della Champagne; e di aver incluso fin dal 1996 pratiche di viticoltura biologica e naturale. Lotta integrata in vigna, utilizzo minimo di solforosa in cantina e produzioni limitate fanno del Domaine Pierre Gerbais una realtà in costante ascesa. Se avete l’occasione provate lo Champagne La Loge, 100% Pinot Blanc e lo Champagne Grains de Celles, assemblaggio del 50% Pinot Noir, 25% Chardonnay e 25% Pinot Blanc, elegante, rotondo, cremoso.

Se non conoscete ancora gli Champagne Alexandre Bonnet è l’occasione giusta per approfondire la zona di Les Riceys, villaggio della Côte des Bar noto per la produzione di vini rosati e per essere l’unico ad avere tre Denominazioni di Origine Controllata (AOC): AOC Champagne, AOC Rosé des Ricey e AOC Côteaux Champenois. La proprietà vitivinicola Alexandre Bonnet è diventata l’emblema di questo terroir unico: 47 ettari di vigneti dedicati all'elaborazione di Champagne, Côteaux Champenois Rouge e di Rosé des Riceys. Il suo vigneto eccezionale unito ai metodi applicati in vigna e in cantina (il Domaine è certificato HVE dal 2015), permettono di elaborare Champagne davvero interessanti, precisi ed espressivi, che riflettono perfettamente il terroir di Les Riceys. Da non mancare lo Champagne La Géande 7 Cépages 2018, atipico assemblaggio di Pinot Noir, Chardonnay, Meunier, Pinot Blanc, Pinot Gris, Arbane, Petit Meslier della vendemmia 2018 di un’unica parcella a Les Ricey; e lo Champagne Rosé de Saignée La Foret, 100% Pinot Noir, intenso, ben strutturato, dai tannini setosi ma potenti.

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