È lo Champagne Day: scopriamo il nuovo vitigno Piwi approvato nella AOC Champagne

È lo Champagne Day! Cheers!

Dal 2009, il quarto venerdì di ottobre, si festeggia lo Champagne Day, un appuntamento annuale nato sui social su iniziativa di Chris Oggenfuss, Blogger e Wine Tutor californiano e oggi diventato un vero trend. L’hashtag #ChampagneDay condiviso sui social è diventato virale su scala mondiale e riunisce e coinvolge tutti gli appassionati che in questa giornata sono parte integrante di una grande famiglia, quelli degli #Champagnelovers.

Ed è proprio in questa giornata che vogliamo parlarvi di una novità importante riguardante il mondo Champagne che rivoluzionerà il futuro di tutto il settore e della denominazione.

Forse non tutti lo sanno, ma a febbraio 2022 L'Institut National de l'Origine et de la Qualité (Inao), garante della denominazione AOC, ha approvato in via sperimentale un nuovo vitigno per la produzione di Champagne.

Si tratta del vitigno a bacca bianca “Voltis” della famiglia dei vitigni resistenti, conosciuti anche con il termine PIWI (dal tedesco pilzwiderstandfähig), letteralmente “viti resistenti ai funghi”.

Cosa sono i PIWI e perché sono stati introdotti nel disciplinare della denominazione AOC Champagne

I Piwi sono vitigni risultato di incroci tra viti di varietà differenti che, generazione dopo generazione, hanno portato alla selezione di piante di qualità, con caratteristiche enologiche equiparabili ai vitigni europei tradizionali e resistenti alle malattie fungine come oidio e peronospora.

In quanto varietà resistenti, i Piwi hanno un alto potenziale di sostenibilità che si traduce in una significativa riduzione dell’uso di pesticidi a favore di una viticoltura più rispettosa dell’ambiente, di una salubrità e qualità maggiore delle uve e di conseguenza dei vini.

Visto l’impatto dei cambiamenti climatici e la resistenza ai fitofarmaci dei patogeni, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di sfide future in vigna, puntare sulla biodiversità viticola è ritenuta l’unica strada praticabile, con i vitigni Piwi come valida integrazione ai vitigni tradizionali.

Inoltre, l’introduzione dei Piwi consentirebbe anche una migliore integrazione delle vigne in prossimità ai centri abitati nelle cosiddette ZNT (Zones de Non Traitement), ovvero zone vicino a case, aree pedonali e piste ciclabili in cui non è possibile trattare i vigneti.

L’inclusione del vitigno Voltis nasce quindi dall’esigenza di far fronte a sfide sociali ed economiche urgenti, oltre a quelle di natura ambientale prima citate.

Se in Italia oggi le varietà di viti Piwi iscritte al Registro Nazionale delle Viti sono 36, 18 a bacca rossa e 18 a bacca bianca (anche se attualmente nessuna di queste varietà è ammessa alla produzione di vini DOC ma solo ai “Vini da Tavola” e alle “IGP”), il vitigno Voltis è il primo vitigno resistente ad essere incluso in un disciplinare AOC.

Il vitigno Voltis per la produzione di Champagne AOC

Secondo quanto stabilito dall’Inao, la riforma che ha approvato l’introduzione del vitigno Voltis per la produzione di Champagne rientra nel quadro della procedura denominata “Variétés d'Intérêt à Fin d'Adaptation” (VIFA) che prevede la possibilità per i produttori della Champagne di piantare Voltis con un limite massimo del 5% delle superfici totali coltivate dall’azienda agricola, e di utilizzare questa varietà fino al 10% massimo nell’assemblaggio della cuvée base.

Il consenso su questi vigneti non è unanime, c’è infatti chi osserva con diffidenza le varietà Piwi, considerandole una minaccia per la tradizione e per la tipicità delle varietà autoctone; e c’è invece chi le considera altresì espressione del terroir al pari delle varietà Vitis vinifera e in grado di esprime le loro potenzialità per offrire vini identitari ed espressivi.

È bene sottolineare che ci vorranno comunque almeno 10 anni di osservazione per integrare in via definitiva il vitigno nella Denominazione Champagne.

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