Cultura

La scelta fuori dagli schemi: "Les Cépages Oubliés", gli Champagne dai vitigni dimenticati

Non di solo Pinot Noir, Meunier e Chardonnay vive lo Champagne. Esistono, infatti, quattro vitigni definiti Les Cépages Oubliés ovvero vitigni dimenticati, tutti a bacca bianca, che, sebbene poco utilizzati, sono parte integrante della storia e della tradizione champenoise: si tratta di Arbane, Petit Meslier, Pinot Blanc (Enfumè o Blanc Vrai) e Pinot Gris (Fromenteau). Vitigni rari e a lungo dimenticati che, sebbene anch’essi autorizzati, oggi coprono meno dello 0,3% della superficie vitata della regione, concentrandosi principalmente nella zona dell’Aube. Tanto si parli di Maison, quanto di Vignerons, sono davvero in pochi che ancora li utilizzano nell’elaborazione delle loro cuvée: Champagne dai "vitigni dimenticati" che si collocano, oggi, come splendenti (seppur fuggevoli) comete nel firmamento delle bollicine più celebri al mondo.


Pascal Agrapart è, al contempo, un fautore dell’identità parcellare e un attento indagatore delle sfumature dei più vocati terroir della Champagne. Quel che rappresenta il suo Champagne Complantée è innanzitutto una sfida a canoni e convenzioni più classiche. Nel segno di una riscoperta di quelle uve Arbane, Petit Meslier e Pinot Blanc, frutti di un piccolo lieu-dit denominato "La Fosse", che affiancano il tradizionale trittico champenoise nell’elaborazione di questo multiforme racconto del Grand Cru di Avize.

aubry-pf.jpgÈ un identitario ed emozionante capitolo di una storia dalla forte impronta familiare, quello dello Champagne Les Goulats di Perseval-Farge. Una cuvée che prende forma nell’omonima parcella a Chamery, nella Montagne de Reims, e dove i vitigni dimenticati sono maggioranza: con Arbane, Petit Meslier e Fromenteau (altro nome adottato dal Pinot Gris nella regione) a comporre la spina dorsale di un assemblaggio completato dallo Chardonnay.

Vitigni rari, “Les Cépages Oubliés” : Arbane, Petit Meslier, Pinot Blanc, Pinot Gris

Lo Champagne Le Nombre d'Or di Aubry è una delle espressioni principali di un più ampio progetto finalizzato a riscoprire l’unicità degli Champagne dai rari vitigni dimenticati. I vignerons Pierre e Philippe Aubry, infatti, fin dall’inizio della loro avventura di viticoltori hanno scelto la valorizzazione degli uvaggi abbandonati quale peculiare marchio di fabbrica. Una decisione che li ha condotti ad affiancare classico e originale, rigore e creatività, e che si perpetua anche in questo blend dove il contributo di Petit Meslier, Arbane, Fromenteau ed Enfumé (vecchio nome del Pinot Blanc in Champagne) è preponderante.

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È un ricordo che persiste lo Champagne Le Jardin de la Grosse Pierre di Benoît Lahaye: una preziosa eredità delle molte fatiche del bisnonno del vigneron di Bouzy. Un assemblaggio dov’è possibile ritrovare i sette vitigni autorizzati dal disciplinare, uve tutte provenienti da un unico appezzamento: il lieu-dit piantato dall’avo, nel 1923, al cuore di quel Grand Cru dove ancora oggi si trova il Domaine di famiglia.

Arriva da una grande Maison, le cui radici affondano in profondità nella storia della Champagne, la Cuvée Quattor Blanc de Quatre Blanc di Drappier. Una rara e fresca composizione in bianco, che porta in scena, un quarto di assemblaggio per vitigno, Petit Meslier, Arbane, Chardonnay e Blanc Vrai (altra variante di nome che identifica il Pinot Blanc in Champagne).

laherte-gerbais-tarlant.jpgÈ cuvée multi-vintage, che si smarca da ogni sorta di schema fisso, lo Champagne Les Houtrants Complantés di Geoffroy. Una produzione limitata, in meno di mille bottiglie numerate. Le uve che la compongono: Pinot Noir, Meunier, Chardonnay, Petit Meslier e Arbane. Una caleidoscopica selezione, che cresce in simbiosi all’interno della medesima parcella: il lieu-dit che dona il nome all’etichetta, a Cumières. Poi, a seconda del risultato di ciascuna vendemmia, mutano le percentuali tra vitigno e vitigno. Mentre la scelta di raccogliere e pressare tutto assieme, quella non cambia mai.

Antiche tradizioni, inconfondibili vitigni

Riportare in vita il sapore dello Champagne di 250 anni fa: questo l’ambizioso traguardo che inizia a perseguire, nell’ormai lontano 2003, Thierry Laherte. Ed è così che, da un vigneto piantato a Chavot proprio a tal scopo, ha preso forma quel che oggi è un simbolo tra gli Champagne dai vitigni dimenticati. Lo Champagne Les 7 di Laherte Frères, infatti, trovano spazio tutti e sette i vitigni ammessi dal disciplinare. Per un bilanciamento di complessità e densità, conseguenza di un equilibrio studiato tra tutte le varietà in gioco.


Inusuale, irresistibile e raro: lo Champagne Extra Brut l'Originale di Pierre Gerbais porta già nel nome il marchio della propria unicità. Un Pinot Blanc in purezza, nella sua varietà più ricercata, la “Vrai”, che è vendemmiata all’interno di uno storico vigneto di famiglia le cui radici rimontano al 1904: per uno splendido centenario dai tratti inconfondibili.

Chiude la rassegna "Les Cépages Oubliés" lo Champagne Brut Nature Bam! di Tarlant, assemblaggio imprevedibile tra vitigni dimenticati, come spiega l’acronimo che lo caratterizza: in questo caso, è il Petit Meslier (M) a salire alla ribalta, scortato da Arbane (A) e Pinot Blanc (B). Uno spontaneo e sicuro colpo di fulmine per tutti gli amanti del genere.


GLUGULP!, anche per i più curiosi, mette a disposizione un'interessante selezione di rari Champagne dai vitigni dimenticati!