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La rivoluzione green degli Champagne Biologici

C’è una piccola nicchia, composta principalmente da Vignerons, che a Reims e dintorni tiene alta la bandiera di una rivoluzione green: sono i produttori biologici e biodinamici. Un paio di numeri aiutano a comprendere i contorni di questo movimento: sono bio, in Champagne, più di 200 viticoltori su 16mila e attorno a 920 ettari vitati su oltre 34mila. È, dunque, un prezioso 3% del totale delle vigne quello da cui provengono ufficialmente gli Champagne Biologici certificati. Sempre più, però, anche tra le grandi Maison cresce la schiera di quanti hanno scelto di adottare pratiche sostenibili per una sempre più marcata naturalità degli interventi tra i filari.

Ma in cosa si differenziano gli Champagne Biologici da tutti gli altri?

Per una certificazione, che è garanzia della scrupolosa osservanza di un metodo di coltivazione delle uve che esclude l’uso di antiparassitari o concimi chimici di sintesi. E anche in cantina, la vinificazione avviene limitando l’utilizzo di solfiti e solo con prodotti enologici certificati biologici.

I motivi per cui un Vigneron sceglie la strada degli Champagne Biologici

Si spazia da convinzioni di carattere etico a una riconosciuta superiorità nella qualità delle uve una volta giunto il tempo della vendemmia e della pigiatura. Ma quali siano i perché, è da riconoscere che quando si parla di Champagne Biologici, si parla sempre di grandi etichette.

La nostra carrellata in tema prende il via con uno dei primi nomi a muoversi, già nel 1971, in questa direzione: Georges Laval. Il suo Champagne Brut Nature Cumières è frutto di vecchie vigne, oltre che del sapiente tocco del figlio Vincent, che dal padre ha ereditato le redini dell’azienda, proseguendo sul cammino dettato dalla più pura artigianalità in cantina e dal massimo rispetto della natura tra i filari.
Altro esimio rappresentante dell’anima bio della regione e della più autentica tradizione champenoise è Erick De Sousa, mano capace di donare, con chirurgica precisione, piacevolezza e pulizia alle proprie bollicine. Ne è un lampante esempio lo Champagne Brut Blanc De Blancs Réserve, biglietto da visita della Maison, realizzato con sole uve Chardonnay provenienti da Grand Cru della Côte des Blancs: un vero modello di cosa significhi ascoltare il terroir.

Francis Boulard arriva da una famiglia che conta sei generazioni di viticoltori prima di lui. Dal 2009 ha imboccato la via del bio. E lo Champagne Brut Nature Petraea, oggi, è intensa espressione della sua scelta green e di una cuvée vintage fondata su 100% Pinot Noir dal lieu-dit Le Murtet a Saint-Thierry, appena fuori Reims.

Il nome Leclerc Briant è un altro importante tassello della storia bio della Champagne. Quello che per decenni è stato il più grande Domaine produttore di Champagne Biologici, infatti, già dal 1964 ha iniziato a sperimentare lungo questo sentiero. Una strada che la Maison non ha più abbandonato e che oggi vede lo Champagne Brut Réserve configurarsi quale il primo ideale step per chi voglia confrontarsi con il suo inconfondibile stile naturale.​​​​​​Di solo Chardonnay da mono Cru, all’opposto, è figlio il Larmandier-Bernier Champagne Brut Nature Terre de Vertus 2014: lo producono Pierre e Sophie Larmandier, semplicemente lasciando parlare la terra dove le uve sono raccolte. Il medesimo principio che, da 115 anni, sposa ad Ambonnay anche la famiglia Marguet, oggi rappresentata dal giovane Benoît: il suo Champagne Extra Brut Shaman 17 è un’elegante composizione (86% Pinot Noir e 14% Chardonnay) in cui si ritrova, come in una sinfonia, tutta la complessità del noto Grand Cru della Montagne de Reims.

La stessa zona da cui proviene anche Benoît Lahaye, erede di una tradizione famigliare di Vigneron che rimonta al 1930. È attraverso l’applicazione dei principi della viticoltura biodinamica che, da anni, ricerca il pieno potenziale delle proprie vigne e del terroir in cui sono collocate: nel caso dello Champagne Extra Brut Millésime 2015 Grand Cru, è il Pinot Noir del villaggio di Bouzy a venire esaltato in ogni sua nuance.

A chiudere la passerella è ancora una volta un giovane Vigneron, ma della Côte des Bar: Vincent Couche. Il suo Champagne Brut Nature Dosage Zéro è espressione di amore e rispetto: per la natura salvaguardata dai metodi di lavorazione, per il frutto della vite di due parcelle a Montgueux e Buxeuil, per il tempo – oltre otto anni – che ne scandisce paziente il lungo affinamento sui lieviti.

GLUGULP!, anche per i "bio-palati", mette a disposizione un'interessante selezione di Champagne Biologici e biodinamici!